Recensione del critico Gianfranco Pugliese

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Paola D’ Antuono. 1965, Sassuolo. Nelle profondità. Olio su tela, 100×100 – Anno 2021. Dittico.  La luce della Sapienza e’ capace solo di illuminare se stessa, mentre di converso, le tenebre rimarranno eternamente Tenebra. Tal fatto ha suggestionato la mente contemplamte della pittrice, Paola d’ Antuono, per ontoverificare tramite i colori a olio, delle striature e delle macrocromo chiazze aniconiche di colore blu, verde, nero, bianco e altri cromatismi differenti in continuo divenire che, si possono percepire ovunque su due superfici di due tele in lino, quadrangolari, di chiara matrice geometrica euclidea, costituenti appunto il dittico in menzione che, si extraverticalizza psicoallucinanticamente dal basso stesso dei piani ctoni, verso l’ alto, all’ interno dei piani uranici, dimensioni quest’ ultime che, la pittrice, e’ in grado di percepire, con la sua anima vegetante, nel momento in cui ella e’ intenta a dipingere nella somma solitudine e nel silenzio del suo atelier di Sassuolo, ogni sua opera che, puo’ benevolmente essere inserita nelle svariate ricerche di tutti i pittori informali di ogni tempo e nazioni del pianeta terra manifesto, levitante e scaraventato cotale pianeta terra anzidetto, nel vuoto dello spazio piu’ profondo e oscuro dell’ universo, ove sulla sua superficie, solo i raggi sprigionati dalla luce del sole son capaci di illuminare su di essa gli obiecta coltri e smarriti, nonche’ gli innumerevoli esseri psichici, soliti fin dalla notte dei tempi, di guerreggiarsi a vicenda, per l’accaparramento delle risorse del pianeta terra sopraddetto. Le energie benevole della dea Ecate, una e trina, hanno suggestionato l’estro artistico della pittrice, Paola d’ Antuono, nonche’ le tecniche pittoriche informali son capaci sì di estromettere il corpo stesso di ontoconcretizzazione pittorico di questa dea, su entrambi le superfici delle due tele, ma non le sue energie, poiche’ esse sono state dipinte come le uniche e massime protagoniste assolute con queste striature e macrocromo chiazze aniconiche in continuo trasmutazionismo pittorico in questo dittico, dalla pittrice sopraddetta. La vibrocromoinformalizzazione pittorica si palesa con intransigenza con il ripetersi ossessivo di ogni micromacrocromo chiazza e striatura aniconica, sulle summenzionate superficie delle tele, nonche’ tal fatto e’ capace di evocare la iconomodularizzazione della cromoinformalizzazione pittorica che, si vettorializza soprattutto orizzontalmente, su entrambe le superfici dei quadri in menzione. Ogni macrocromo chiazza e striatura aniconica e’ tendente a trasmutarsi in complesse risoluzioni cromoinformali in continua metamorfosi,  giacche’ le loro rotondita’ e le loro segmentature accuminate e non, si possono percepire soprattutto al centro delle tele, tutte insieme, sinergicamente, mentre si muovono accostate sempre al centro di entrambe le superfici delle tele medesime. Ecate e’ la Regina di tutti coloro i quali son capaci di percepire la sua voce, nonche’ ogni striatura aniconica e’ funzionale di custodire il Supremo Canto Ancestrale e della Voce Stessa di questa Dea degli Eterni e illimitati confini dell’ universo, nonche’ Ecate e’ custode dei crocicchi delle tre Vie Maestre che, collegano il passato, il presente e il futuro nel cammino di vita di una creatura facente parte dell’ umanita’ recalcitrante, solita di continuo di innalzare dei monumenti antropici sulla superficie del pianeta terra manifesto, levitante e scaraventato, nel vuoto dello spazio piu’ profondo e oscuro dell’ universo, ove sulla sua superficie, solo i raggi sprigionati dalla luce del sole, riescono su di essa a illuminare naturalmente gli obiecta coltri e smarriti,  nonche ‘ gli innumerevili esseri psichici. Conciossiacosa che, si deduce il fatto che, la pittrice in questione, abbia dedicato questo suo dittico in menzione, solo all’ unico e massimo protagonismo assoluto delle energie stesse di Ecate, regina dell’ universo, la piu’ potente delle dee, e di Zeus, nonche’ tal fatto pone in essere il potere supremo di questa dea, nata  da Zeus e Asteria, detentrice delle chiavi dei  Multiuniversi. Il colore blu – celeste sono i colori principali di questo dittico che, si extraverticalizza con tutta la sua forza d’ urto psicoallucinante dal basso stesso dei piani ctoni, verso l’ alto, all’ interno dei piani uranici, sede quest’ ultima di una matrice di base metasostanziale e invisibile, ove le sue energie, sono solo gli esseri psichici piu’ risoluti e tranquilli che, son capaci di percepirle nella loro stessa esperienzialita’ di vita su questa terra manifesta. Ecate se evocata, potrebbe manifestarsi nella sua forma piu’ benevole, palesando al suo adepto la parte piu’ pacifica del suo stato di quiete apparente che, potrebbe cessare immediatamente e bruscamente, per ontoconcretizzare la sua parte piu’ terrifica e malevole all’ interno della realta’ fenomenica, e costituirsi di conseguenza come un ottimo strumento di difesa e di vendetta nei confronti dei nemici stessi dei suoi fedeli.

Jean-François Bachis-Pugliese, Archivista Semiologo e Critico d’Arte Copyright 2024. Tutti I Diritti Riservati.